giovedì 15 settembre 2011

In vacanza

Ho preso un sasso, ho chiuso gli occhi e l'ho scaraventato lontano. Poi di corsa a cercarlo, tra gli alberi del bosco, le cacche dei cani e le foglie secche. Intanto a poche centinai di chilometri di distanza una donna piuttosto in là con gli anni tentava inutilmente il suicidio: aveva perso il marito, ucciso durante una rapina in banca. Non sapeva che era stato proprio lui ad organizzare il colpo: peccato si fosse affidato a dei giovani che non avevano intenzione di dividere il bottino con lui, così appena entrati in banca lo avevano ucciso per dimostrare che facevano sul serio.
Il mio sasso era irrimediabilmente perso, eppure ero certo di averlo sentito cadere. “Che esperimento idiota” pensai, e tornai alla macchina. Se avessi cercato meglio avrei trovato il sasso accanto al corpo dell'uccellino che avevo abbattuto. Quel poveraccio era morto al posto della signora, che si trascinava nella sua stanza da letto con un buco in testa da cui grondava sangue in quantità. Sarebbe morta a breve, pensava, e muovendosi sperava di accelerare il dissanguamento.
Guidai piano per le strade di montagna, avevo tempo prima di andare in aeroporto e partire per le meritate vacanze.
La sirena dell'ambulanza ruppe la quiete del quartiere residenziale in cui abitava la suicida: qualche vicino doveva aver sentito lo sparo, e forse avevano visto la vecchia spararsi. “Che beffa!” pensò lei, ma tanto ormai cosa avrebbero potuto fare? La sirena si allontanò, non era per lei. Tirò un sospirò di sollievo, si trascinò fino al pacchetto di sigarette, ne accese una e tirò delle gran boccate. Sentiva le forze abbandonarla per sempre. Il mio volo durò poco, il tempo di leggere (si fa per dire) qualche pagina di una rivista porno camuffata tra le pagine di un atlante geografico. Un taxi mi condusse alla villetta che avevo affittato; la casa di fronte era circondata dalla polizia: “Bella accoglienza!” dissi al tassista, che dallo specchietto mi guardò preoccupato, pensando forse di aver portato in giro un pericoloso criminale. Scesi, gli lascia una grossa mancia e attraversai il vialetto della villetta; avevo appena infilato la chiave nella toppa quando un poliziotto mi chiese: “Lei conosceva la signora che abita qui di fronte?”
Gli spiegai che ero appena arrivato per le vacanze, e non conoscevo nessuno. Chiesi cosa fosse successo e lui mi spiegò che c'era stato un suicidio. “Bel modo di cominciare le vacanze!”, risposi e mi congedai con un sorriso. Entrai in casa, corsi al bagno e mentre facevo pipì scrutavo dalla finestra i movimenti intorno alla casa di fronte. Poi sentii l'irrefrenabile impulso di masturbarmi, chiusi la finestra e afferrai l'attrezzo.

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